Un uomo lento

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Un uomo lento

7,50

Andreina Moretti

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Pag. 270

 

Categoria:

Descrizione

PREFAZIONE

La sofferenza, la forza di combattere, la voglia di evadere dalla realtà della sua famiglia, e poi il riscatto con la fede. Un romanzo che ti prende nelle sue viscere, ti fa perdere nei suoi sentieri, dove la violenza si mescola alla dolcezza, con un finale aperto. Un “Uomo lento” di Andreina Moretti inflenza in modo indelebile la vita di Beatrice, fin da piccola segnata dal non-amore dei suoi genitori, dal rapporto controverso con suo fratello, Ludovico, che la porterà per un periodo nel tunnel oscuro della droga. Un romanzo particolare, con storie che a prima vista potrebbero apparire distanti ma che, in realtà, sono talmente intrecciate tra loro da plasmare Beatrice nel bene e nel male. Nel degrado della sua vita e delle situazioni “più grandi di lei”, Beatrice affronterà il mutismo selettivo, che la farà apparire come una bambina “diversa”, combatterà contro la bestia dell’anoressia e tanti altri problemi frutto di una vita dove manca la componente fondamentale: l’AMORE. Cresce in fretta Beatrice, e con la sua sensibilità riuscirà a scovare anche la bellezza in una vita precaria e difficile. E’ un paese piccolo quello in cui vive Beatrice, Sabbia d’oro, con gli usi e i costumi, i personaggi tipici e le sue tradizioni, il mare con le luci dell’alba e il rosso dei tramonti, con la spiaggia dove Beatrice avrebbe potuto trovare il suo amore, ma alla fine è riuscita solo a guardarlo dal balcone della sua casa. Senza radici e senza legami di sangue, Beatrice si convincerà di essere stata adottata e creerà delle barriere che la proteggeranno dal mondo esterno, allontanandola però dai suoi familiari che la giudicheranno “pazza”. A scuola, però, trova la maestra Mariella Boccia che riuscirà a intuire il suo dramma esistenziale, e nonna Rosa la proteggerà sempre, in ogni istante. Quando tutto il mondo sembra crollarle addosso, quando la disperazione quasi prevale sulla speranza, ecco l’incontro con Dio e con la fede, che sprona Beatrice e le apre gli occhi sulla sua storia. Tutto ha inizio con la sua nascita, per poi passare tra il periodo difficile dell’adolescenza e la maturità, ascoltando e cantando i testi di Lucio Battisti, fino ad arrivare al rapimento e la tragica scomparsa di Aldo Moro. È una storia di vita intrecciata a tantissime altre vite e famiglie, delle quali Beatrice vorrebbe esserne parte ma non può, dove il lettore potrà ritrovarsi facilmente in un episodio, in una o più frasi, o in un personaggio. Nel romanzo ci sono i colori, i sapori, gli odori del piccolo paese, ma anche i suoi difetti e i suoi pettegolezzi, che esaltano o, più spesso, distruggono le vite di chi lo abita. Leggendo le pagine dell’ “Uomo Lento” si può identificare il nostro vicino di casa, il dirimpettaio o l’inquilina dell’ultimo piano, quel palazzo dove Beatrice ha vissuto gran parte della sua vita, dove ha pianto e ha riso. Semplice e confidenziale, arriva direttamente al cuore, di certo commovente e soprattutto sofferto, ma anche carico di speranza e di felicità perché la fede, tanto bistrattata, avrà il potere di trarla in salvo da una vita degradata e degradante. Nel romanzo verranno messe in risalto tante figure femminili, importanti e forti, alcune anche violente e povere d’amore come la madre Vittoria, donne comunque determinanti per la vita di Beatrice…

Ma la figura fondamentale, all’apparenza più debole, è l’Uomo Lento, Giuseppe, il padre di Beatrice, che le condizionerà in maniera netta tutta la vita. Un uomo innocente, puro, quasi fuori dal tempo, lento nei movimenti, nei pensieri, nell’intuizione, lento in un mondo veloce e sempre di corsa. Un uomo lento in ritardo sulla sua vita e su quella della ragazza, al quale però Beatrice ha voluto un gran bene… “Da bambina attendevo con ansia il ritorno a casa di mio padre, e da lontano sentivo il su inconfondibile fischio che mi avvisava di essere vicino; fischiava sempre e per me era la musica più bella del mondo, un’armonia che mi scaldava il cuore. Quando sono triste e quando lo penso in cielo, fischio anch’io per avvisare che sono vicina”.

Luca Venanzi

giornalista de ʻilCentroʼe direttore responsabile Blu News