Liberamente

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Liberamente

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Michela Bugna

Pag. 60

 

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Descrizione

Ogni esistenza, anche una ordinaria è qualcosa di particolare. Ogni persona e ogni storia è unica.

Credo molto nella nostra unicità, anche se questa epoca va sfumando i caratteri e ad alcuni ha tolto l’identità.

Partendo da questo presupposto mi sono convinta a scrivere. Inizialmente volevo intitolare il mio libro: Il mio pensiero libero, poi mi sembrava troppo avvicinarmi così tanto al grande Battisti.

Amo molto scrivere, mi sento un fiume in piena ed è bello ascoltare il cuore quando ti parla e la mente non riesce a contaminare quei pensieri, perché la mano scorre veloce. Scrivere è anche faticoso, perché rivedi le tappe del tuo percorso, anche là dove sei caduto, perché vai a scavare nelle parti sotterranee dell’esistenza. Ripercorri tutto.

I ricordi e le conseguenti emozioni ti attraversano e ti suscitano sentimenti diversi. Se poi, nel tuo DNA la leggerezza non spicca come caratteristica pecuniaria, c’è anche sofferenza.

Scrivo anche con presunzione, pensando che gli eroidi questo tempo siamo noi. Noi esistenze normali, che viviamo le battaglie quotidiane in silenzio, senza fare rumore, senza pretendere nulla, vivendole e basta. Vorrei semplicemente raccontare ciò che ho visto fino a qui, ciò che ho trovato e che non mi aspettavo di trovare, ma soprattutto ciò che sento e che ho sentito, sapendo il mondo com’era.

Nessuna pretesa di essere letta. Una sfida personale, il bisogno di essere criticata. Un invito a dialogare. Un regalo che faccio a me stessa. Un atto generoso.

Questo scritto, arriverà dove servirà.

Vorrei vedere la curiosità negli occhi di qualcuno assetato di lettura qualsiasi essa sia senza pregiudizi. Anche il sogno di vedere realizzato il mio libro spuntare da qualche vetrina, magari un po’ nascosto. Èuna raccolta di emozioni, esperienze, fatti, visioni, molti personali, col desiderio di voler trasferire un pensiero a qualcuno, trascrivendo alcuni insegnamenti ricevuti dalle mie letture. Ritengo che leggere e scrivere sia una grande ricchezza, un nutrimento per le nostre anime, così assetate, così affamate.

La scrittura è il mio mondo sospeso, la mia cura, il mio rifugio dal frastuono. Al corpo ci pensiamo anche troppo, in maniera ossessiva, spinti dai modelli di perfezione imposti dai media.

La parte spirituale di noi è rimasta così in disparte, un digiuno che l’ha resa arida e poco elastica. Ci siamo ritrovati grassi e allo stesso tempo vuoti dentro. Un investimento squilibrato, basato molto sul culto del corpo e poco propenso alla parte spirituale e culturale di noi.

Questa, per me, è la vera crisi di questa epoca.