L’eco del poeta

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L’eco del poeta

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Francesco Di Ruggiero

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Pag. 72

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Descrizione

L’eco è un fenomeno acustico per il quale un suono, riflettendosi contro un ostacolo, torna a essere udito nel punto in cui è stato emesso, nettamente separato dal suono che lo ha provocato e tanto più distintamente avvertito quanto più l’ostacolo è distante.

Gli echi del poeta sono messaggi di speranza che si riflettono contro gli ostacoli più comuni del vivere: la paura, l’indifferenza, la solitudine. Se a una prima lettura i suoi versi ci daranno l’idea di essere una bella voce, quando avremo terminato la lettura ci renderemo conto di percepire nuovamente quella voce, in un’eco del passato, un’eco d’amicizia, un’eco d’amore che da posti remoti dei nostri orizzonti torna per sottolineare il suo messaggio, la sua missione ogni volta diversa e che tuttavia punta allo stesso obiettivo: la solidarietà umana.

Per il poeta l’eco assume di volta in volta significati differenti: nel passato è morte, è rimorso, si veste di crudeltà per tornare a ricordare i momenti peggiori di ciò che è già stato vissuto, non dal singolo, bensì dall’umanità tutta.

Negli echi d’amicizia invece, il poeta gioisce insieme ai protagonisti delle sue liriche. È il momento in cui sembra già di sentire in lontananza il rimbalzare di un pallone e le urla di ragazzi pieni di vita, con mille sogni e avventure da realizzare.

Infine, in chiusura di questa raccolta, il suono dell’eco si attenua quasi a svanire del tutto, questo perché il poeta non trova ostacoli al sentimento dell’amore che viene espresso, quasi sottovoce, in un messaggio che viaggia di verso in verso fino ad arrivare al cuore di ogni lettore: l’amore è qui, adesso; non ha bisogno di echi, né di forti disegni, solo di fedeltà e tempo.

In questa raccolta di poesie, L’eco del poeta, possiamo lasciarci scivolare tra i ricordi del passato, adagiarci nella dolcezza del presente, e goderci la gioia della gioventù.

Oltre l’eco, un’altra similitudine è molto presente in queste poesie: il concetto di uomo penisola. L’autore ci indica la giusta strada da seguire: non siate isole, diventate penisole. Terra attaccata ad altra terra, bagnata dalle gioie del mare. Essere penisola vuol dire per l’autore essere un unico corpo con ciò che cicirconda, con l’ambiente e con gli uomini che ci vivono accanto. Solo la solidarietà e il mutuo soccorso possono arginare l’innalzamento dei mari, che porterebbe alla completa scomparsa di tantissime piccole isole, ed è per questi motivi che il poeta ci induce a guardare oltre la nostra singolarità e a formare una squadra, a essere un unico amorevole corpo, fatto di singoli che lavorano in simultaneità e che sono spinti da uno stesso desiderio: vincere l’indifferenza e portare l’amore in ogni essere vivente.

Ethel Vicard