Descrizione

Sottili ironie e punture di sarcasmo. Sono queste le armi che un poeta “fuori dal coro” come Alfonso Ottomana mette in campo contro il gossip che ci allontana e distrae dai problemi autentici della vita quotidiana, ma anche contro i social che ci trasformano in fan scodinzolanti delle star – vere o presunte – che “postano” di tutto, dalla posa sexy alla ricetta della nonna, sulla grande Rete digitale. Solo che il poeta non vuole rimanere invischiato, in questa Rete. La usa e la vive per farne canto, favola, sogno. Quindi reagisce. Ma senza confondere il reale con il virtuale, l’ossessione con la consapevolezza. Il poeta osserva, scherza, gioca con la Rete, ma alla fine si conquista uno spazio tutto suo. Magari una vittoria tutta sua.

È come se il poeta si guardasse attorno, dentro e fuori della Rete, e alla fine prendesse una grande decisione. Una decisione importante per sé e per gli altri, epocale perfino: assumersi il difficilissimo ma indispensabile compito di riconnettere la parola alla realtà, la mente al pensiero, i sentimenti alla vita vera, la maschera al volto. Da questa miracolosa e mirabolante decisione nasce una poesia che procede per sorprese e battute, illuminazioni improvvise e inaspettati spaesamenti. Poeta del guizzo linguistico e funambolo della rima, l’autore ci introduce in un mondo al tempo stesso divertente e serissimo, pazzo e intelligentissimo. È come se i suoi versi cerchino una strada migliore per giungere finalmente a qualcosa che somigli alla serenità, all’amore o forse alla felicità. Versi come lampade di Aladino: rischiarano il buio e soddisfano desideri. Danno energia e orientamento alla nostra anima un po’ smarrita, per tenere sempre viva la fiamma immacolata e coraggiosa del pensiero.

Gianni Maritati (Giornalista RaiUno)