20Metri²

20Metri²

10,00

Pag. 124 B/N DISPONIBILE

Euro 10,00

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Descrizione

Gli amici lettori non daranno un’occhiata veloce a questa introduzione perché in essa vorrò dire quanto l’anima e la penna della scrittrice mi abbiano colpito. Chi scrive a 50 anni ha da dire e leggere queste pagine è una doppia scoperta che conduce di fronte all’autrice e di fronte allo specchio, quello dell’anima. Si scoprono e si avvertono emozioni conosciute, valide per tutti coloro che si sono misurati con l’amicizia, con l’indifferenza, con l’amore, con la noia, valide, quindi, per l’Uomo.

Il nero della solitudine iniziale ci avvolge, i Ventimetri quadri e l’unica finestra che dà luce allo spazio angusto in cui la protagonista si rifugia, ci calano nella storia, facendoci incontrare tanti volti e tanti cuori, mentre si dipana una trama che volge al soft thriller e ci piace.

La casa scatola come uno scrigno raccoglie le passioni e le emozioni da cui la protagonista fugge e dove, inevitabilmente, ritorna.

Partendo da stradine umide e anguste della prima parte ci si incammina per viatici costruiti e retti da dialoghi che rispettano il registro proprio di ogni personaggio ed ecco la vecchietta interrogata da De Nisis rispondere con un linguaggio televisivo, tipico di anziane sole in casa a pensione minima, ammaliate dall’unico svago permesso, il piccolo schermo; esso stesso si rende protagonista virtuale e filo conduttore per la narratrice non onnisciente, alle prese con ciò che la circonda, con il proprio cambiamento.

Ho letto in questa storia la vita di una donna coraggiosa, vera, viva e presa in una rete di affetti che la circonda proteggendola e consolandola. Le poesie che si alternano alla prosa, aprono una sorta di spiraglio all’angoscia del vivere e testimoniano la rinascita dal dolore, il richiamo alla vita, verso un nuovo cammino con un nuovo amore, quello vero, che spalanca le porte alla serenità e alla riconciliazione con il mondo. I Ventimetri allora si aprono, si dilatano entrando in uno spazio di luce, diventando la reggia di una principessa che dopo aver attraversato il bosco, ritrova la strada della vita. Una principessa che non dimentica lo sguardo di chi ha incontrato, di Giulia cui queste pagine sono dedicate, contrappunto spirituale dell’autrice, piccola, delicata creatura che ci commuoverà nello scoprirla.

In questo viaggio le descrizioni sinestetiche dei luoghi ci catapultano sulla scena di una scrittura a tratti teatrale, facendoci percepire gli odori, le muffe delle stanze, sentire i rumori, il tonfo sul pavimento di corpi carichi di dolore, percepiamo l’acre del sudore post incubo notturno e la puzza di piscio dei centri storici, la mancanza d’aria, il piacere fisico, l’attesa, la paura.

La figura del commissario, anche se inflazionata ci ammalia, è l’uomo delle donne che ricercano il dualismo irresistibile del bello e maledetto, ci piace la sua casa, il suo disordine contrapposto al suo ordine morale, la sua capacità di amare hic et nunc senza compromessi.

Alla fine quasi ci dimentichiamo di Margherita, fusa e diffusa in quello che sente e vive in una sorta di panismo moderno in cui diventa le sue pagine, libera e liquida come la scrittura che produce.

Grazie Rita, grazie Margherita per queste ore spese in ritrovata speranza sorretta da sentimenti semplici, non artefatti, grazie per il tuo occhio-telecamera, per il film cui ho assistito senza schermo, per la leggerezza in cui mi sono immersa, liberandomi, per il tempo di lettura, dai problemi, dai pensieri del quotidiano. Grazie della delicatezza, per avermi messo alla prova nel dipanare un intreccio ben costruito in quanto ha in sé la ricerca curiosa del come va a finire.

Prof.ssa Carla Dell’Orso

docente di italiano, storia e geografia

presso l‘ I.C. di Spoltore (Pe)